Rapporto biennale parità di genere 

rapporto biennale parità di genere
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Il Ruolo del Rapporto Biennale sulla Parità di Genere: Scadenze e consigli sulla compilazione

Al fine di realizzare una più incisiva parità di genere all’interno dei luoghi di lavoro, tutte le aziende, pubbliche e private, con più di 50 dipendenti (in particolare per le imprese che desiderino partecipare alle gare relative agli investimenti pubblici finanziati con le risorse del PNRR), a partire dal 3 giugno, con scadenza massima al 15 luglio 2024 (*), dovranno obbligatoriamente presentare il modello telematico per la redazione del Rapporto biennale parità di genere. Per le aziende con meno di 50 dipendenti, questo rapporto è facoltativo.
(*) Aggiornamento: con Decreto Interministeriale del 2 luglio 2024 la scadenza inizialmente prevista per la presentazione del rapporto viene prorogata al 20 settembre 2024).

Per la compilazione di questo modello telematico, relativo al biennio 2022-2023, si dovrà accedere al portale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali al link https://servizi.lavoro.gov.it e procedere alla stesura di tale rapporto. La suddetta procedura, in seguito ad una recente revisione dell’applicativo informatico, è stata modificata mediante nuove funzionalità di precompilazione e recupero delle informazioni pregresse. 

Nel caso un’azienda intendesse partecipare a una procedura pubblica (per la quale viene richiesta la presentazione di tale rapporto biennale), sarà sufficiente presentare la copia del modello riferito al biennio precedente (2020/2021), inserendo i documenti necessari per il rapporto sul biennio 2022/2023. Anche in questo caso, entro il 15 luglio 2024 (scadenza prorogata al 20 settembre 2024).

Dopo aver visto queste prime informazioni salienti, proseguiamo, all’interno di questo articolo, con un excursus su tutte le tematiche relative al rapporto biennale parità di genere, rispondendo alle domande più frequenti e inserendo alcuni accorgimenti per semplificare la sua redazione, evitando le sanzioni previste.

Leggi l’articolo e scopri tutto sul rapporto biennale parità di genere.

Per quale motivo esiste il Rapporto biennale parità di genere?

La compilazione di questo documento è stata resa obbligatoria (per le aziende con oltre 50 dipendenti) dall’art. 46 del D.Lgs. 11 aprile 2006, n. 198, c.d. Codice delle Pari opportunità, come modificato dalla L. 5 novembre 2021, n. 162.

L’obiettivo di tale rapporto è rimuovere (o tentare di appianare) ogni possibile trattamento discriminatorio legato alla vita sociale, economica, politica, con particolare riferimento al mondo del lavoro e alle discriminazioni di genere.

Per il raggiungimento di tale scopo, il rapporto biennale parità di genere deve contenere, in modo chiaro e preciso, i dati relativi all’accesso al lavoro, i lavoratori coinvolti dalla formazione professionale, trasformazioni del rapporto di lavoro (da tempo determinato a indeterminato o da tempo pieno a tempo parziale e viceversa), i lavoratori coinvolti da ammortizzatori sociali (cassa integrazione) o procedure di licenziamento, ecc.

Chi deve redigere il Rapporto biennale e qual’è la procedura di presentazione

Al fine di ottemperare alle normative europee e rispettare il principio di parità sul luogo di lavoro, il rapporto biennale parità di genere dev’essere obbligatoriamente presentato da tutte le aziende con oltre 50 dipendenti (nel computo dei dipendenti deve essere considerata tutta la forza lavoro – a qualunque titolo – occupata in azienda, compresi gli apprendisti, lavoratori part-time, ecc..). Viene, invece, considerato facoltativo per le imprese con meno di 50 dipendenti.

La redazione di questo rapporto, come accennato, è possibile solo in modalità telematica, mediante l’utilizzo del portale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, https://servizi.lavoro.gov.it 

Prima di iniziare la compilazione, si ricorda che l’accesso richiede le credenziali SPID.

Una volta effettuato l’accesso, per la presentazione del rapporto biennale parità di genere, si dovrà tener conto e comunicare i seguenti elementi:

  • Stato di assunzioni;
  • Formazione;
  • Promozione professionale;
  • Livelli;
  • Passaggi di categoria o di qualifica;
  • Altri fenomeni di mobilità;
  • Intervento della Cassa integrazione guadagni;
  • Licenziamenti;
  • Prepensionamenti e pensionamenti;
  • Retribuzione effettivamente corrisposta.

Una volta completata la procedura (dopo una verifica e controllo automatico di errori e/o incongruenze), viene rilasciata una ricevuta attestante la corretta redazione del rapporto. La compilazione e il salvataggio del rapporto corrispondono ad un invio istantaneo alla Consigliera o al Consigliere regionale di parità.

Dopodiché il datore di lavoro dovrà trasmettere una copia del rapporto (assieme alla ricevuta sopracitata) alle rappresentanze sindacali aziendali.

Per inciso, anche la Consigliera nazionale di parità, avrà accesso a tutti questi dati, col fine di redigere un resoconto annuale sulla situazione nazionale. 

Fatto ciò, l’intera procedura può dirsi conclusa.

Se l’azienda rispetta alcuni standard minimi può, successivamente, richiedere la certificazione di parità di genere.

N.B. Non è sufficiente l’aver inviato nei termini il rapporto per ottenere la certificazione di parità di genere. Per ottenerla bisogna mettere in atto delle specifiche misure/procedure

Le sanzioni amministrative

Le sanzioni amministrative da considerare in relazione alla presentazione del rapporto biennale parità di genere, sono principalmente 2:

  1. Mancata trasmissione:
    • Se il rapporto non viene correttamente trasmesso entro il 15 luglio (scadenza prorogata al 20 settembre) – né dopo l’invito alla regolarizzazione da parte dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro entro 60 giorni – verrà applicata la sanzione amministrativa da euro 103,00 a euro 516,00
    • Nel caso tale inadempimento venga protratto per più di 12 mesi, viene disposta la sospensione per un anno dei benefici contributivi goduti dall’azienda.
  2. Trasmissione di dati incompleti, non veritieri e/o mendaci: Una volta verificata e accertata tale mancanza, è prevista una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 1000,00 a euro 5000,00

Consigli per redigere il Rapporto biennale parità di genere

Di seguito si evidenziano gli aspetti più rilevanti da indicare all’interno del rapporto biennale parità di genere.

Primo Step

Sezione 1 – Inserisci tutti i dati anagrafici dell’azienda, includendo la PEC

Sezione 1.1.1 In caso di eventuali contratti integrativi (aziendali e territoriali) presenti in azienda, barra la casella per segnalarlo

Secondo Step

Sezione 2 – Informazioni generali sul numero complessivo aziendale degli occupati

Specificando quelli di sesso femminile.

Indicare l’esatto numero del personale al 31/12/2022, senza utilizzare i decimali.

Le entrate e le uscite dovranno essere riferite solamente all’anno 2023. 

Sezione 2.2 – Suddividere il personale per qualifica (operai, impiegati, quadri, dirigenti e la nomenclatura “di cui” riferita ai di disabili).

Terzo Step:

Sezione 2.3 – Occupati al 31/12/2023.

Anche in questo caso, definire il numero di unità produttive aziendali, suddividendole per tipologia contrattuale e categoria professionale. 

Specifica la presenza di personale in congedo o aspettativa

Nella sezione dedicata alle ore lavorate al 31/12/2023, vanno comprese le ore di straordinari. 

Quarto Step

Sezione 2.4 – Indicare le entrate e uscite del personale.

Per quanto concerne le entrate, specificare sempre se si tratta di una Nuova assunzione, Cambio di categoria, Passaggio da un’altra unità produttiva.

Per le uscite, oltre al licenziamento, precisare se si tratta di dimissioni, decesso o pensionamento

Specificare anche le trasformazioni di rapporto da part-time a tempo pieno (e viceversa) evidenziando sempre il numero legato al sesso femminile

Quinto Step:

Sezione 2.5 – Formazione svolta in azienda

Riferito ai soli corsi teorici pratici istituiti per il personale dipendente. In caso di solo affiancamento, non può essere conteggiato. 

Se lo stesso lavoratore ha frequentato più corsi, va conteggiato una sola volta

Sezione 2.6 – Informazioni generali (non distinte per genere) per:

– criteri adottati per la progressione delle carriere

– strumenti e misure messe a disposizione per promuovere la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro

– presenza di politiche aziendali a garanzia di un ambiente di lavoro inclusivo

– procedure utilizzate per l’accesso alla qualificazione professionale e alla formazione manageriale

– processi di reclutamento e selezione in fase di assunzione

Sesto Step:

Sezione 2.7 – Monte retributivo annuo al 01/01/2022 suddiviso per categoria

Per il monte retributivo lordo annuo, vanno considerati tutti gli elementi retributivi come (dall’indennità di funzione, superminimi collettivi e individuali, premi produzione, integrazioni aziendali in caso di malattia, indennità per turnazione, 13° e 14° mensilità, ecc…)

La retribuzione iniziale rimarrà invariata per i bienni successivi, Per i datori di lavoro che presentano il rapporto quest’annora

Per i datori di lavoro che raggiungeranno i 50 dipendenti e quindi l’obbligo di rapporto, la retribuzione iniziale sarà riferita al primo gennaio dell’anno in cui insorge tale obbligo 

Sezione 2.8 e 2.8.2 – Retribuzione annua al 31/12/2023 suddivisa per categoria professionale e livello di inquadramento

Prevista una colonna e ulteriore suddivisione per componenti accessori al salario con ulteriore specificazione per il genere femminile

Settimo Step:

Sezione 3.1 Informazione sulle Unità nell’ambito comunale

Quali sono i benefici per l’azienda se ottiene la certificazione di Parità di genere?

Una volta presentato il rapporto biennale parità di genere, sulla base del contenuto di tale documento, verrà prodotta una relazione. Nel caso questa rispettasse gli standard minimi previsti, l’azienda potrà richiedere la Certificazione di parità agli enti autorizzati. Così facendo sarà possibile dimostrare che la situazione aziendale rispetta i requisiti minimi prescritti dalla prassi UNI pdr 125-2022.

Tale certificazione dà accesso ad agevolazioni che comprendono:

  1. Uno sgravio dell’1% dei contributi previdenziali a carico dell’impresa fino ad un massimo di 50.000 euro all’anno;
  2. Un punteggio premiale per la concessione di aiuti di Stato e/o finanziamenti pubblici in genere;
  3. Un migliore posizionamento nelle graduatorie dei bandi di gara per le forniture di servizi.

ATTENZIONE In caso di violazione delle norme a tutela della genitorialità prevista, rilevate nei due anni che precedono la richiesta della certificazione di parità, comportano l’impossibilità di conseguirla.

Se vuoi sapere di più su come ottenere la certificazione di Parità, contattaci e affidati alla competenza e preparazione di Studio Campesato.

Il Rapporto parità di genere su misura per la tua azienda

In questo articolo abbiamo potuto apprezzare tutte le peculiarità del rapporto biennale parità di genere. Un documento essenziale che tutte le aziende con più di 50 dipendenti devono compilare ed inviare in modalità telematica, come descritto nei paragrafi precedenti.

La crescita dell’impresa va di pari passo con lo sviluppo e il progresso nella gestione del personale.

Con un occhio di riguardo verso le categorie svantaggiate e attraverso le migliori iniziative, grazie all’impronta e il sostegno di Studio Campesato, sarà ancora più semplice ridurre e colmare il gap che si è creato nel corso degli anni tra le varie categorie coinvolte nei processi produttivi aziendali.

Mediante strategie altamente professionali e personalizzate, il Team di Studio Campesato, sarà al tuo fianco per creare un ambiente più sereno, egualitario e in linea con le richieste delle sempre più stringenti normative in materia. Per un percorso concreto e lineare che, oltre a creare un ambiente aziendale di qualità, potrà aiutare la tua impresa ad ottenere riconoscimenti, certificazioni ed incentivi importanti.

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Il presente articolo, non essendo rivolto agli specialisti del diritto del lavoro, è stato deliberatamente redatto con un linguaggio semplice e uno stile divulgativo, senza l’ambizione di esaurire l’argomento trattato.

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