Introduzione
I congedi familiari rappresentano un aspetto fondamentale del diritto del lavoro, perché permettono ai lavoratori di gestire eventi familiari importanti senza compromettere il proprio percorso professionale. In Italia, la legge prevede diverse tipologie di congedo, ciascuna con regole specifiche per l’accesso e il trattamento economico.
In questa guida analizzeremo le principali forme di congedo familiare, con un focus sulle novità normative introdotte nel 2024.
Definizione e ambito di applicazione dei congedi familiari
I congedi familiari comprendono un insieme di permessi e assenze dal lavoro che consentono ai dipendenti di far fronte a esigenze familiari, garantendo la conciliazione tra vita lavorativa e vita privata. Questi congedi sono tutele giuridiche che permettono di assistere figli, familiari o di affrontare eventi particolari come matrimoni, lutti o malattie gravi.
Tipologie principali di congedi familiari
- Congedo per lutto e grave infermità: consente ai lavoratori dipendenti di usufruire di 3 giorni di permesso retribuito in caso di decesso o grave infermità di un coniuge, di un parente entro il secondo grado o di un convivente. Il permesso deve essere fruito entro 7 giorni lavorativi dall’evento. In alcuni settori, come la vigilanza privata, possono essere previsti termini più ampi.
- Congedo per gravi motivi familiari: i dipendenti possono richiedere fino a 2 anni di congedo non retribuito per gravi motivi familiari, nell’arco della propria vita lavorativa.
- Congedo matrimoniale: garantisce al lavoratore un periodo di 15 giorni di assenza retribuita in occasione del proprio matrimonio con effetti civili.
- Congedi di maternità e paternità e congedo parentale
Nota bene: i contratti collettivi nazionali (CCNL) possono prevedere condizioni più favorevoli.
Obblighi del datore di lavoro in materia di congedi familiari
Il datore di lavoro è tenuto a concedere i congedi familiari richiesti dai dipendenti, purché le richieste rispettino i termini di preavviso previsti. L’azienda può chiedere di concordare una data alternativa in caso di esigenze straordinarie, ma non può rifiutare la concessione del congedo. È fondamentale che il dipendente segua le procedure formali e fornisca tutta la documentazione necessaria.
Il congedo obbligatorio per i padri
Il congedo obbligatorio per i padri prevede un’astensione dal lavoro per un totale di 10 giorni lavorativi, che devono essere utilizzati entro i primi 5 mesi dalla nascita del figlio. Questo congedo può essere goduto anche in caso di adozione, affidamento o morte perinatale del figlio. Non può essere frazionato in ore, ma può essere fruito anche in giorni non consecutivi. Dal 2021, in caso di interruzione di gravidanza oltre il 180° giorno, il padre ha diritto a 10 giorni di congedo.
Procedura per la richiesta del congedo paterno obbligatorio
Per usufruire del congedo obbligatorio, il padre lavoratore deve comunicare per iscritto al datore di lavoro i giorni in cui intende assentarsi, con un preavviso minimo di 5 giorni. Se l’indennità è pagata direttamente dall’INPS, il lavoratore deve presentare una domanda telematica tramite il portale dell’INPS. L’indennità di paternità è soggetta a termini di prescrizione e decadenza annuali.
Retribuzione durante il congedo di paternità obbligatorio
Il congedo di paternità obbligatorio è interamente retribuito con un’indennità giornaliera pari al 100% della retribuzione media globale giornaliera, che viene anticipata dal datore di lavoro e successivamente recuperata attraverso conguaglio con l’INPS. I periodi di congedo obbligatorio sono coperti da contribuzione figurativa.
Congedo per malattia del figlio: diritti e limitazioni
In caso di malattia del figlio, i genitori hanno diritto a richiedere un congedo, sebbene non retribuito, per assistere il bambino. Fino al terzo anno di vita del figlio, il congedo può essere fruito senza limiti di tempo, mentre per i bambini tra i 3 e gli 8 anni, i genitori possono richiedere fino a 5 giorni lavorativi all’anno per ciascun figlio. La malattia deve essere certificata da un medico, ma non sono previste visite di controllo. In caso di ricovero ospedaliero, il decorso delle ferie in godimento può essere interrotto a richiesta del genitore.
Il congedo di maternità: durata e condizioni
Il congedo di maternità obbligatorio prevede un periodo di astensione dal lavoro di 5 mesi, suddiviso in due mesi prima della data presunta del parto e tre mesi successivi alla nascita del bambino. Le lavoratrici possono, previa certificazione medica, scegliere di posticipare l’inizio del congedo, utilizzando un mese prima del parto e quattro mesi dopo. In caso di parto gemellare, la durata del congedo non subisce modifiche.
Indennità di maternità in caso di interruzione di gravidanza
In caso di interruzione di gravidanza, la lavoratrice ha diritto a percepire un’indennità a seconda del momento dell’interruzione. Se avviene prima del 180° giorno di gestazione, spetta l’indennità di malattia; se successiva, la lavoratrice ha diritto all’indennità di maternità. In entrambi i casi, è possibile rientrare al lavoro previa presentazione di un certificato medico che attesti l’idoneità alla ripresa dell’attività lavorativa.
Durante tutto il periodo di congedo di maternità obbligatoria, la lavoratrice ha diritto a percepire un’indennità economica a carico dell’INPS, corrispondente all’80% della retribuzione media globale giornaliera (RMG). Questa indennità viene calcolata sulla base dell’ultimo periodo di paga precedente l’inizio del congedo e viene erogata per tutta la durata del periodo di astensione.
Modalità di calcolo dell’indennità
- Impiegati: la RMG si ottiene sommando la retribuzione del mese precedente e il rateo delle mensilità aggiuntive, dividendo il totale per 30 (divisore fisso).
- Operai retribuiti a ore: la RMG si calcola dividendo la retribuzione del mese precedente per il numero delle giornate lavorate o retribuite, aggiungendo poi il rateo delle mensilità aggiuntive diviso per 25 (divisore fisso).
- Operai retribuiti in misura fissa mensile: la RMG si calcola dividendo la retribuzione del mese precedente per 26 (se interamente lavorato) e sommando il rateo delle mensilità aggiuntive diviso per 25 (divisore fisso).
L’indennità è soggetta a un limite massimo annuale stabilito dall’INPS, aggiornato in base all’indice dei prezzi al consumo. In molti casi, l’indennità INPS viene integrata dal datore di lavoro, a seconda di quanto previsto dal contratto collettivo applicato.
La domanda per il riconoscimento dell’indennità va presentata all’INPS tramite i canali telematici dedicati, anche tramite patronato o intermediario abilitato.
Il congedo parentale
Il congedo parentale è un diritto riconosciuto a entrambi i genitori, che possono astenersi dal lavoro per assistere il figlio nei suoi primi anni di vita. Si configura come un periodo facoltativo, che segue i periodi di maternità e paternità obbligatori, e può essere richiesto fino al compimento del dodicesimo anno di età del bambino (o dall’ingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento).
Come funziona
A chi spetta: ai genitori lavoratori dipendenti e autonomi, in costanza di rapporto di lavoro.
- Durata: per i lavoratori dipendenti, la durata complessiva massima è di 10 mesi (fruibili anche in modo frazionato tra i due genitori), elevabile a 11 mesi se il padre si astiene dal lavoro per almeno 3 mesi, anche non consecutivi.
- Modalità di fruizione: il congedo può essere usato in modo frazionato, anche a giorni, e può essere richiesto anche contemporaneamente da entrambi i genitori.
- Limiti individuali: la madre può fruire di un massimo di 6 mesi, il padre di un massimo di 6 mesi (7 se usufruisce di almeno 3 mesi di congedo).
- Genitore solo: il genitore unico ha diritto fino a 11 mesi di congedo parentale.
- Figli con disabilità: la durata può essere prolungata fino a 3 anni per i figli con disabilità grave.
Come è indennizzato
L’indennità di congedo parentale è erogata dall’INPS e varia a seconda delle novità normative e del periodo di fruizione.
- Indennità ordinaria: la maggior parte del congedo parentale è indennizzata al 30% della retribuzione media giornaliera (RMG), calcolata sulla base dell’ultimo periodo di paga precedente l’inizio del congedo.
- Indennità maggiorata: dal 2024, è prevista un’indennità pari all’80% della RMG per i primi due mesi di congedo parentale solo per uno dei due genitori, fruibili entro i primi 6 anni di vita del figlio. Dal 2025, la maggiorazione all’80% si applica a tre mesi di congedo parentale.
- Ulteriori dettagli: la maggiorazione all’80% riguarda solo i lavoratori dipendenti, sia pubblici che privati, e solo per i periodi di congedo fruiti dopo il 31 dicembre 2023 e 2024, rispettivamente.
Come richiedere il congedo parentale
Per fruire del congedo parentale, è necessario:
- Essere in costanza di rapporto di lavoro.
- Presentare la domanda all’INPS, tramite i canali telematici, allegando la documentazione necessaria.
- Comunicare al datore di lavoro le date di assenza, secondo le modalità previste dal contratto collettivo.
Cumulabilità tra congedo parentale e riposi giornalieri
I riposi giornalieri per allattamento non possono essere cumulati con il congedo parentale. Durante il primo anno di vita del bambino, la madre lavoratrice ha diritto a riposi giornalieri di una o due ore, a seconda dell’orario di lavoro, che possono essere utilizzati anche in modo cumulativo durante la giornata.
La durata dei riposi è ridotta se la madre usufruisce di strutture per l’infanzia aziendali e raddoppiata in caso di parto gemellare.
Richiesta di congedo legge 104/1992 per assistenza a familiari affetti da disabilità grave
I lavoratori dipendenti che assistono un familiare affetto da disabilità grave riconosciuta dalla commissione ASL hanno diritto a usufruire di tre giorni di permesso retribuito al mese. Il congedo 104 può essere richiesto per assistere il coniuge, convivente, parenti entro il secondo grado, o parenti entro il terzo grado, se i genitori del soggetto disabile sono assenti o affetti da gravi patologie.
Congedo straordinario per assistenza a familiari: condizioni e durata
Il congedo straordinario è un istituto fondamentale che permette ai lavoratori dipendenti di assistere un familiare affetto da disabilità grave. Questo diritto è regolato dall’art. 42 del D.lgs. 151/2001 e successive modifiche.
Durata e fruizione
- Durata massima: Il congedo straordinario può essere fruito per un periodo massimo di due anni nell’arco della vita lavorativa del dipendente. Il limite è complessivo per tutti i familiari disabili assistiti: anche se si devono assistere più persone con disabilità grave, il congedo non può mai superare i due anni nel corso della carriera lavorativa.
- Frazionabilità: Il congedo può essere fruito in modo continuativo oppure frazionato, anche a giorni lavorativi e non necessariamente consecutivi. Tra un periodo e l’altro di fruizione, il lavoratore deve riprendere effettivamente il lavoro.
- Decorrenza: Il congedo ha decorrenza dalla data di presentazione della domanda e può essere richiesto per periodi successivi, purché non si superi il limite complessivo di due anni.
Requisiti
- Disabilità grave: Il familiare da assistere deve essere riconosciuto in situazione di disabilità grave ai sensi dell’art. 3, comma 3, della legge 104/92, con certificazione rilasciata dalla commissione medica ASL/INPS.
- Convivenza: Salvo eccezioni per i genitori che assistono i figli, è necessario che il lavoratore conviva con la persona disabile. La convivenza deve essere instaurata entro l’inizio del periodo di congedo richiesto e deve essere mantenuta per tutta la durata del congedo.
- Assenza di ricovero a tempo pieno: Il congedo non può essere richiesto se il familiare disabile è ricoverato a tempo pieno (24 ore su 24) presso strutture ospedaliere o simili, che assicurano assistenza sanitaria continuativa.
Indennità e trattamento economico
- Indennità: Durante il periodo di congedo straordinario, il lavoratore percepisce un’indennità corrispondente alla retribuzione dell’ultimo mese di lavoro (voci fisse e continuative), entro un limite massimo rivalutato annualmente. L’indennità è anticipata dal datore di lavoro nel settore privato e a carico dell’amministrazione nel pubblico.
- Contribuzione figurativa: I giorni di congedo sono coperti da contribuzione figurativa, valida ai fini della pensione, ma non concorrono alla maturazione di ferie, tredicesima e TFR.
- Interruzione: Il diritto al congedo decade se vengono meno i requisiti sanitari o amministrativi (ad esempio, decesso del familiare, ricovero a tempo pieno, assenza del requisito di convivenza).
Ordine di priorità
Il congedo straordinario può essere richiesto dai familiari conviventi secondo un ordine tassativo di priorità:
- Coniuge, parte dell’unione civile o convivente di fatto
- Genitori (anche adottivi o affidatari), in assenza, decesso o grave patologia del coniuge/convivente
- Figli conviventi, se mancano entrambi i genitori e il coniuge/convivente
- Fratelli o sorelle conviventi, se mancano coniuge, genitori e figli conviventi
- Parenti o affini entro il terzo grado conviventi, se mancano tutte le altre figure.
Richiesta e procedure
- Comunicazione al datore di lavoro: Prima di presentare la domanda telematica all’INPS, è opportuno informare il datore di lavoro della volontà di fruire del congedo straordinario.
- Domanda telematica INPS: La domanda va presentata esclusivamente online, allegando la certificazione della disabilità grave.
- Diniego motivato: Il datore di lavoro può rifiutare la concessione solo per ragioni organizzative, motivando la decisione entro 10 giorni. Può anche proporre una fruizione parziale o un rinvio a un periodo successivo.
- Riesame: Su richiesta del lavoratore, il diniego può essere riesaminato entro i successivi 20 giorni.
Novità normative e compatibilità
Dal 2023, è stata eliminata la regola del “referente unico” per i permessi di assistenza, ma per il congedo straordinario resta la possibilità che solo un lavoratore per volta possa fruire del congedo per assistere la stessa persona disabile, salvo eccezioni per i genitori. Inoltre, il congedo straordinario può essere alternato con i permessi mensili ex legge 104, ma non può essere fruito contemporaneamente nelle stesse giornate.
Il presente articolo, non essendo rivolto agli specialisti del diritto del lavoro, è stato deliberatamente redatto con un linguaggio semplice e uno stile divulgativo, senza l’ambizione di esaurire l’argomento trattato.
FAQ
Quali sono i congedi familiari più comuni?
I congedi familiari più comuni comprendono i congedi per maternità e paternità, i congedi parentali, congedi per lutto e per gravi motivi familiari.
Il congedo parentale è completamente retribuito?
No, il congedo parentale è retribuito al 30% della retribuzione media giornaliera (RMG), con alcune eccezioni per il 2024.
Come si richiede il congedo obbligatorio per il padre?
Il padre deve presentare una comunicazione scritta al datore di lavoro con almeno 5 giorni di anticipo.
Il congedo per malattia del figlio è retribuito?
No, il congedo per malattia del figlio non è retribuito.
Qual è la durata del congedo di maternità?
Di norma dura 5 mesi, suddivisi tra il periodo pre e post parto.
Si può cumulare il congedo parentale con i riposi giornalieri per allattamento?
No, non è possibile fruire contemporaneamente del congedo parentale e dei riposi giornalieri.
Quali congedi spettano ai lavoratori con figli affetti da grave disabilità?
Possono richiedere il congedo di cui alla legge n. 104 del 1992 per tre giorni di permesso retribuito al mese o un congedo straordinario fino a 2 anni.
È obbligatoria la convalida delle dimissioni per il lavoratore padre?
Sì, il lavoratore padre con figli minori di 3 anni deve convalidare le dimissioni presso l’Ispettorato Territoriale del Lavoro (ITL).
Quali diritti ha una lavoratrice in caso di interruzione di gravidanza?
La lavoratrice ha diritto all’indennità di malattia o di maternità, a seconda del momento nel quale è avvenuta l’interruzione.
Chi può richiedere il c.d. “congedo straordinario”?
Può essere richiesto dai familiari conviventi della persona affetta da disabilità grave e viene concesso in ordine di priorità.
Autore dell’articolo – Marco Campesato: esperto di diritto del lavoro e della previdenza sociale di Studio Campesato – Consulente del lavoro a Vicenza
