Buoni basto deducibili: Guida completa per i datori di lavoro
I buoni pasto deducibili sono un ottimo strumento per semplificare e risparmiare nella gestione delle spese. Si tratta di un benefit aziendale che viene offerto ai dipendenti per contribuire all’acquisto di pasti o alimenti, con valore variabile a seconda della politica aziendale.
Sotto forma di buono cartaceo o digitale (con differenze sostanziali in termini di deducibilità, come vedremo in seguito), i buoni pasto rappresentano un beneficio fiscale essenziale per i lavoratori. Questo benefit, permette al lavoratore di risparmiare sulle spese quotidiane per il cibo, migliorando al tempo stesso la sua soddisfazione e il benessere generale. Incidendo, in modo positivo, anche sull’attrazione e la retention di nuovi talenti.
⭐ Inoltre, i buoni pasto, sono deducibili dal 75% al 100%, ai fini delle imposte dirette, e sono soggetti a un’aliquota IVA ridotta, totalmente detraibile.
Scopri come gestire in modo vantaggioso i buoni pasto per i tuoi dipendenti o se puoi accedervi in quanto P.IVA senza dipendenti o in Regime forfettario.
Buoni pasto (deducibili): Tipologie e caratteristiche
I buoni pasto sono dei voucher offerti dall’azienda per sostenere le spese alimentari durante l’orario di lavoro. Questi buoni permettono al dipendente di acquistare pasti o prodotti alimentari in ristoranti, bar, mense e supermercati convenzionati.
Come accennato in precedenza i buoni pasto possono essere elettronici o cartacei. Vediamo le principali differenze tra i due, con particolare attenzione al limite del valore esente da imposizione fiscale.
Buoni pasto cartacei
Si tratta di un vero e proprio buono cartaceo, fisicamente stampato e consegnato ai dipendenti sotto forma di carnet o blocchetti. Il lavoratore dovrà presentare il suddetto buono e consegnarlo al momento dell’acquisto in locali e supermercati convenzionati.
Pro: Vengono distribuiti fisicamente ad ogni singolo dipendente. Ogni lavoratore ha a disposizione il proprio blocchetto di buoni, il cui utilizzo non richiede alcuna competenza o strumento digitale.
Contro: La distribuzione fisica dei buoni ad ogni singolo dipendente può risultare particolarmente scomoda (proprio per questo consigliamo l’utilizzo di questi buoni ad aziende di dimensioni ridotte). Inoltre è necessario tenere costantemente traccia fisica di questi buoni che possono essere persi.
Deduzione e detrazione buoni pasto cartacei
⭐ Valore esente da contributi fiscali, previdenziali e assistenziali per collaboratore: €4 al giorno
Questo significa che può essere emesso un buono del valore di €4 al giorno esente da qualsiasi tipo di trattenuta in busta paga.
Qualsiasi importo superiore a questi limiti viene considerato parte del reddito del dipendente e quindi soggetto a tassazione e contributi.
⭐ L’IVA non è detraibile.
Buoni pasto digitali
Si tratta di buoni distribuiti su card elettroniche (simili a tessere prepagate) o veicolati tramite specifiche applicazioni. L’azienda ricarica o fornisce queste card ad ogni dipendente sulla base del valore preventivato. Sia dipendenti che aziende hanno accesso a valori residui e possono gestire il tutto in modo più flessibile e preciso.
Pro: Sono più comodi, facili da usare, si riducono i rischi di smarrimento e caratterizzati da una gestione smart e costante possibilità di ricaricarli o controllare il credito residuo.
Contro: L’azienda e il dipendente devono aderire ed imparare a utilizzare un software o un’app dedicata che dovrà poi essere accettata dai commercianti coinvolti.
Deduzione e detrazione per i buoni pasto digitali
⭐ Valore esente da contributi fiscali, previdenziali e assistenziali per collaboratore: €8 al giorno
Questo significa che può essere emesso un buono del valore di €8 al giorno esente da qualsiasi tipo di trattenuta in busta paga.
Qualsiasi importo superiore a questi limiti viene considerato parte del reddito del dipendente e quindi soggetto a tassazione e contributi.
⭐ L’IVA, con aliquota al 4%, è interamente detraibile.
Vincoli per i benefici fiscali per i lavoratori
I buoni pasto non concorrono alla formazione del reddito da lavoro dipendente o assimilato solo se rimangono entro i seguenti limiti giornalieri:
- 4 euro per buoni pasto cartacei
- 8 euro per buoni pasto digitali
Nel caso dovessero essere emessi dei buoni pasto giornalieri dal valore superiore ai 4 e 8 euro, questi concorrerebbero alla formazione del reddito del lavoratore.
Limiti di deducibilità e detraibilità dei buoni pasto
Di seguito, tutte le indicazioni specifiche su buoni pasto deducibili e detraibili per:
- Titolari di P.IVA con dipendenti e collaboratori
- Titolari di P.IVA senza dipendenti
- P.IVA in regime forfettario
Buoni pasto deducibili per i titolari di partita IVA con dipendenti e collaboratori
Ci si riferisce a: titolari di P.IVA, persona fisica (lavoratore autonomo, libero professionista, imprenditore individuale) o persona giuridica (società) che concedono buoni pasto ai dipendenti.
Per quanto riguarda deducibilità e detraibilità, le imprese dovranno tenere in considerazione i seguenti vincoli:
- Possibilità di dedurre i costi sostenuti per l’acquisto di buoni pasto al 100%. E’ obbligatorio erogare i buoni pasto alla generalità o a categorie di dipendenti.
- E’ possibile detrarre interamente l’IVA con aliquota al 4% SOLO per i buoni pasto elettronici (questa opzione non è disponibile per buoni pasto cartacei)
Buoni pasto deducibili per i titolari di partita IVA senza dipendenti
In questo caso si tratta di soggetti titolari di P.IVA (quali liberi professionisti, lavoratori individuali e autonomi) privi di dipendenti e che decidono di acquistare buoni pasto per sé stessi.
- E’ possibile dedurre, ai fini delle imposte dirette, fino al 75% dei costi per l’acquisto dei buoni pasto.
- Tale deducibilità è limitata a un importo non superiore al 2% dei compensi percepiti nel periodo d’imposta per i lavoratori autonomi.
- Il titolare di P.IVA può detrarre l’IVA addebitata con aliquota al 10% in misura integrale
Detraibilità e deducibilità con il regime forfettario
I titolari di P.IVA (siano essi lavoratori autonomi o imprenditori individuali) che accedono al regime fiscale agevolato, detto anche “regime forfettario”, non possono accedere in alcun modo alle agevolazioni e all’utilizzo di buoni pasto.
Normativa sui buoni pasto
L’uso e la regolamentazione dei buoni pasto sono disciplinati da diverse leggi in Italia, tra cui:
- Decreto ministeriale 7 giugno 2017, n.122: fornisce tutte le definizioni di base ed elenca le caratteristiche dei buoni pasto
- Art. 144 del Decreto Legislativo 18 aprile 2016, n. 50: disciplina l’affidamento dei servizi sostitutivi di mensa mediante buoni pasto
- Art. 51, comma 2, lett. c), TUIR per la disciplina fiscale: ha subito degli aggiornamenti in seguito alla legge di bilancio 2020, la quale ha portato i nuovi limiti di deducibilità a 4 euro giornalieri per i buoni cartacei e 8 euro giornalieri per quelli elettronici.
Condizioni di utilizzo
Per l’utilizzo dei buoni pasto devono essere rispettate le seguenti condizioni e vincoli:
- Validità – chi può utilizzare il buono pasto: I buoni pasto, in quanto nominali, possono essere utilizzati esclusivamente dai dipendenti a cui sono stati assegnati.
- Dove possono essere utilizzati: E’ possibile utilizzare i buoni pasto solo negli esercizi convenzionati. Questi possono essere bar, ristoranti, supermercati, mense, tavole calde, gastronomie, supermercati online, food delivery e qualsiasi punto vendita autorizzato. Per ottenere la lista completa dei punti convenzionati è possibile fare riferimento alla società emettitrice dei buoni.
- Quanti buoni pasto è possibile ricevere: Il lavoratore può ricevere massimo un buono pasto al giorno.
- Numero massimo utilizzabile: Nonostante sia possibile fornire un solo buono pasto giornaliero, la normativa attuale consente di utilizzare al massimo 8 buoni pasto contemporaneamente. Questo può essere fatto per facilitare gli acquisti più consistenti in supermercati e negozi alimentari.
Buoni pasto deducibili: Perché il consulente può essere utile
I buoni pasto rappresentano un beneficio molto apprezzato sia dai dipendenti che dalle aziende, grazie ai vantaggi fiscali e contributivi che offrono. Tuttavia, la gestione corretta di questi strumenti richiede un’attenta pianificazione e un aggiornamento costante delle normative. È qui che il ruolo di un consulente del lavoro diventa fondamentale.
I buoni pasto rappresentano un benefit particolarmente apprezzato dai dipendenti e vantaggioso per le aziende, grazie alle deduzioni e detrazioni disponibili.
Tuttavia, gestire correttamente questi strumenti, richiede un’attenta e specifica pianificazione, associata ad un costante aggiornamento su vincoli e normative. Proprio per questo può essere essenziale affidarsi a un consulente del lavoro. Particolarmente indicato per:
- Supporto nella deducibilità: il consulente può assistere l’azienda assicurandosi che venga correttamente applicata la deducibilità dei buoni pasto (sia elettronici che cartacei). In questo caso sarà essenziale tenere sotto controllo le soglie di esenzione fiscale e la contabilizzare correttamente i costi.
- Gestione della distribuzione: uno studio di consulenza può assistere e integrare nuove soluzioni per distribuire i buoni pasto in modo efficiente, tenendo conto della struttura del personale e delle esigenze aziendali. In tal senso, un consulente, può sostenere l’azienda nella scelta tra buoni cartacei e digitali e la loro effettiva distribuzione.
- Consigli e soluzioni in linea con le normative vigenti e gli eventuali aggiornamenti: Le normative sono in costante aggiornamento. Proprio per questo è essenziale avere a disposizione una figura di riferimento specializzata che sappia aggiornare e consigliare soluzioni strategiche efficienti in vista di eventuali aggiornamenti e nuove normative.
Chi ha diritto ai buoni pasto
I buoni pasto possono essere assegnati a una vasta gamma di lavoratori:
- Lavoratori a Tempo Pieno: sia che il contratto preveda una pausa pranzo, sia che non la preveda.
- Lavoratori a Part-Time: anche se non è prevista una pausa pranzo, il diritto ai buoni pasto può essere comunque riconosciuto.
- Collaboratori Coordinati e Continuativi: i lavoratori con contratti di collaborazione coordinata e continuativa possono anch’essi beneficiare di buoni pasto.
I buoni pasto devono essere destinati alla generalità dei dipendenti o a categorie omogenee di essi. Quando si parla di “categorie di dipendenti”, si intende gruppi di lavoratori con caratteristiche comuni, non necessariamente suddivisi secondo le categorie del codice civile (dirigenti, quadri, impiegati, operai).
Ad esempio, un’azienda può decidere di offrire determinati benefit solo ai dipendenti con lo stesso livello contrattuale oppure a dipendenti facenti parte di uno stesso reparto o, ancora, che hanno un’anzianità di servizio superiore a un certo numero di anni.
Buoni pasto deducibili e ottimizzazione fiscale
Come abbiamo visto in questo articolo, i buoni pasto deducibili, rappresentano un’opportunità preziosa per aziende e dipendenti.
Grazie a questi benefit i dipendenti ricevono un supporto concreto per l’acquisto di pasti e beni alimentari. Un sostegno importante che può incrementare notevolmente attrazione, retention e grado di soddisfazione del lavoratore, contribuendo a un miglioramento della reputazione aziendale.
Oltre ai meri benefici per il personale, i buoni pasto sono un ottimo strumento che (se implementato correttamente e nel rispetto di vincoli e normative) può garantire vantaggi fiscali e contributivi notevoli.
Per creare un sistema di buoni pasto realmente efficiente, privo di rischi e conveniente, puoi affidarti a un consulente del lavoro esperto. Una figura professionale dedicata saprà indicare le soluzioni migliori e le alternative più pratiche per la tua impresa, innalzando notevolmente il tasso di convenienza e l’ottimizzazione della gestione fiscale dei costi.
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Il presente articolo, non essendo rivolto agli specialisti del diritto del lavoro, è stato deliberatamente redatto con un linguaggio semplice e uno stile divulgativo, senza l’ambizione di esaurire l’argomento trattato.
FAQ – Buoni pasto deducibili
1. Cosa sono i buoni pasto e come funzionano?
I buoni pasto sono un benefit che l’azienda offre ai dipendenti per coprire i costi dei pasti durante la giornata lavorativa. Possono essere utilizzati in ristoranti, supermercati o altri esercizi convenzionati.
2. Qual è la differenza tra buoni pasto cartacei ed elettronici?
I buoni pasto cartacei sono in formato fisico e vengono distribuiti ai dipendenti, mentre quelli elettronici vengono caricati su una carta magnetica o su una piattaforma digitale. I buoni pasto elettronici offrono vantaggi maggiori in termini di deducibilità fiscale.
3. Qual è il valore massimo di un buono pasto esente da contributi?
Attualmente, il valore esente per i buoni pasto cartacei è fino a 4 euro, mentre per quelli elettronici è fino a 8 euro al giorno. Oltre queste soglie, il valore eccedente è soggetto a contributi e tassazione.
4. I buoni pasto sono deducibili per il datore di lavoro?
Sì, i buoni pasto sono deducibili al 100% per il datore di lavoro, purché rientrino nei limiti di esenzione previsti per legge. Sono considerati un costo del personale e possono essere contabilizzati come tale.
5. Quali sono i vantaggi fiscali dei buoni pasto rispetto ad altri benefit aziendali?
I buoni pasto, entro i limiti di esenzione, non sono soggetti a tassazione per il dipendente e sono deducibili integralmente per l’azienda, a differenza di altri benefit che potrebbero essere parzialmente tassabili o non deducibili.
6. Quali sono le condizioni per l’utilizzo dei buoni pasto?
I buoni pasto possono essere utilizzati solo per l’acquisto di alimenti e bevande presso esercizi convenzionati. Non possono essere convertiti in denaro o utilizzati per altre finalità.
7. Come posso garantire la conformità fiscale nella gestione dei buoni pasto?
Collaborare con un consulente del lavoro aiuta a garantire che la distribuzione e la gestione dei buoni pasto siano in linea con la normativa fiscale vigente, ottimizzando la deducibilità e assicurando il rispetto delle soglie di esenzione.
8. I buoni pasto sono obbligatori per le aziende?
No, i buoni pasto non sono obbligatori per legge, ma sono un’opzione volontaria offerta dal datore di lavoro per migliorare il welfare aziendale e ottimizzare la gestione fiscale.
9. Posso usare più buoni pasto in un’unica transazione?
In base alla normativa vigente, i dipendenti possono utilizzare fino a 8 buoni pasto per una singola transazione, purché sia per l’acquisto di generi alimentari.
10. Come possono aiutare i consulenti del lavoro nella gestione dei buoni pasto?
I consulenti del lavoro supportano le aziende nella gestione fiscale dei buoni pasto, assicurando la corretta deduzione dei costi e tenendosi aggiornati sulle normative per evitare sanzioni.